"Una vita in mare". Ammiraglio Florindo Cerri


Il giorno 9 ottobre 2015 ci ha lasciati l’Ammiraglio Ingegnere Florindo Cerri decano del Comitato Interdistrettuale del Forum. La triste notizia è giunta per l’interessamento delle figlie Francesca e Cinzia alle quali desideriamo rivolgere, oltre al nostro ringraziamento, un segno di sentita ed affettuosa partecipazione per questa perdita che assume un significato particolare anche per il nostro modesto impegno sulle materie che riguardano il mare e la costa.

L’amico Florindo Cerri infatti, oltre ad avere preso attivamente parte, con tutta la sua energia ed il suo entusiasmo, ai lavori del Forum e sottolineando che per questo è stato designato quale Membro di Onore del Comitato Interdistrettuale come appartenente al Distretto Rotary International 2071, ha rappresentato per noi tutti, che abbiamo avuto modo di apprezzarne le qualità umane e professionali, una esemplare e prestigiosa figura di rotariano.

Marinaio, professionista, imprenditore dinamico e partecipe, dotato del migliore spirito sportivo, ha raccolto nel tempo alcune sue riflessioni per tradurle in una serie di scritti ed appunti che, in modo non organico, ma anche per questo molto vivaci, diretti e coinvolgenti, raccontano il suo rapporto con il mare e con la vita. Le sue figlie hanno avuto modo di ordinare questo materiale con il suo iniziale aiuto, per poi pubblicarlo poco dopo la sua scomparsa.

Da questa raccolta alla quale è stato dato il titolo di “Una vita in mare” è possibile cogliere in modo vivo ed autentico i tratti di una personalità non comune che ha impegnato ed impiegato la sua vita in un aperto e leale confronto con una realtà che non gli ha risparmiato certamente la sua parte più sgradevole. Sono aspetti di una esistenza che tuttavia egli ha saputo sapientemente temperare con il conforto proveniente dalla famiglia, dall’amicizia, dal successo professionale e dallo sport praticato ad alto livello con lo stile e l’eleganza che riescono a prescindere dalle vittorie e dai risultati in genere.

Per la mia generazione di avviato settantenne con Florindo Cerri scompare un rappresentante dell’età dei combattenti nella Seconda Guerra Mondiale, per dire sinteticamente: dei nostri “padri”. Abbiamo, ormai già da anni, visto allontanarsi da noi i superstiti della Prima Guerra Mondiale e cioè i nostri “nonni”. Sono i due eventi bellici che per ragioni diverse, ma tra loro collegate, hanno impresso alla realtà italiana i caratteri storici che la qualificano e che purtroppo non possiamo apprezzare come vorremmo. È tuttavia grazie al sacrificio di quelle due generazioni che il mio tempo ha potuto svilupparsi in un contesto relativamente pacifico.

Dagli scritti di guerra di Florindo Cerri e dai suoi racconti, che ho ascoltato anche dalla sua viva voce, sembra trasparire tutta l’amarezza proveniente dal contrasto tra l’entusiasmo, le promesse e l’onore di una giovane vita di ufficiale della Marina Militare e l’umiliazione di una devastante sconfitta insieme con la necessità di assumere, a ventitré anni, direttamente ed individualmente decisioni fatali per il proprio immediato avvenire.

Un’esperienza precoce e priva di attenuazioni del male e della follia più crudele da cui è afflitta l’umanità, comune a tutte le giovani generazioni che hanno dovuto sostenere il peso diretto delle atrocità della guerra. Una rievocazione del tempo trascorso, dipinta naturalmente, come tutti i ricordi, dalla nostalgia e dal rimpianto.

La parte di questi scritti dedicata alla vita “civile” è anch’essa segnata da un disagio avvertibile anche se in questo caso mitigato da una ironia sottile. Certamente hanno influito su questo atteggiamento i nuovi contrasti e le difficoltà connesse con le esigenze di un mutato rapporto con la società, con l’amministrazione dello Stato, con la stessa realtà viareggina.

Ma è sul mare che in sostanza tutti questi conflitti si sono attenuati, fino a placarsi, attraverso un intenso rapporto diretto e con la descrizione dei progressi dello sport velico nazionale finalmente indirizzato ad un recupero del divario tecnico ed organizzativo accumulato nella pratica e nella competizione agonistica internazionale. Ed è sul mare, in regata, in un confronto finalmente pacifico, che Florindo Cerri trascorre i suoi momenti più lieti, e comunque ininterrottamente impegnati, con gli amici di sempre con i quali noi oggi lo immaginiamo: una brezza leggera, un mascone al vento, la bolina che spinge la barca mentre il mare gorgoglia amichevolmente sul dritto di prora.

Antonio Ludovico
Segretario del Forum della fascia costiera ligure, tirrenica e del Mar di Sardegna

 

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