Il ritorno della Concordia

Da un naufragio vergognoso a un’impresa marittima straordinaria
CRONACA DI UNA GIORNATA CONTRO-VENTO

Non c’è stato nessuno show, non ci poteva essere nessuno spettacolo e nemmeno sbavature in questo rientro nel porto di Genova del relitto forse più seguito al mondo. Quel che rimane della “Costa Concordia” è apparso all’alba davanti alla Lanterna e tutto è filato come previsto: nessun errore, non poteva essere altrimenti. A dispetto del vento che soffiava da Nord e del ricordo dello sciagurato inchino eseguito al Giglio.

Giovanni Lettich (*), capopilota del porto di Genova, presidente del Collegio Nazionale Capitani L.C. e M., non ama lasciarsi andare a commenti superflui. “Sono salito nella control room della nave, insieme agli altri piloti Francesco Bozzo, Antonio Anfossi e Michele Buongiardino. La manovra mi ha ricordato -dice- quella effettuata con il super-bacino galleggiante nel 1997; e mi ha sorpreso tutta questa pressione mediatica, tutti a caccia dello sbaglio…” Ma non ce ne sono stati: si è rivelata una “giornata perfetta”; ci sono volute 11 ore per portarla a ormeggiare davanti al porto di Voltri-Prà. Lì verrà svuotata, quindi ripartirà tra circa sei mesi e rientrerà nel porto di Genova, dove verrà tagliata.
Il momento più delicato è stato all’imboccatura della diga foranea, il punto più stretto. “Ci siamo preparati a lungo -continua Lettich- siamo stati 2 volte al Giglio per prendere accordi col team di Nick Sloane (“salvage master” sudafricano della Micoperi che ha gestito tutto il progetto del recupero).

“La navigazione -racconta Lettich- è proceduta come da programma: soffiava vento da Nord al traverso dell’imboccatura del porto e la nave aveva 9.000 mq di superficie esposta; larghezza coi cassoni applicati di 63 metri, lunghezza 292metri, immersione totale di 19 metri, se si conta la catena che passava sotto lo scafo. Abbiamo ingaggiato 8 rimorchiatori, 4 attaccati e 4 alla spinta; il rimorchiatore d’altura ha seguito tutta la manovra senza intervenire. Abbiamo evoluto con la prua verso Ponente e quando la nave era allineata con l’imboccatura del porto abbiamo proseguito di poppa verso la banchina di destinazione, dove ci aspettavano 13 bitte nuove e 6 distanziatori tipo Iokohama. La nave è stata assicurata con 16 cavi dagli ormeggiatori. Solo allora abbiamo tirato un sospiro di sollievo.”

Tra i protagonisti della giornata, oltre a Lettich, anche Luciano Cinelli e Francesco Olcese, com.ti sui rimorchiatori (rispettivamente “Olanda” e “Messico”), entrambi nel consiglio direttivo del Collegio Capitani. Tutti concordi nel sottolineare come sia stato un lavoro perfetto grazie a un gruppo abituato a lavorare in perfetta sincronia ogni giorno, con mezzi moderni e alta professionalità: piloti, rimorchiatori e ormeggiatori, sotto la regia della Capitaneria. I tre bacini di Voltri, Multedo e Genova richiedono sinergia quotidianamente, soprattutto in condizioni meteo marine avverse.

Un grazie finale alla Micoperi, azienda tutta italiana, senza la quale la nave naufragata al Giglio non sarebbe stata raddrizzata.

Bettina Arcuri

(*) Giovanni Lettich è Socio del Rotary Club Genova Ovest aderente al Forum della fascia costiera ligure tirrenica e del Mar di Sardegna

 

Vedi su Youreporter.it il lungo viaggio verso Genova della Costa Concordia. Filmati distribuiti da Youreporter. 

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